Vivere

fiore-rocce

Timido appare

quasi scompare

cerca un raggio di sole.

S’affaccia pian

piano tra le granitiche rocce

la vita appesa al filo dei sogni.

L’azzurro del cielo l’attrae…

sottile si erge

tra il buio e la luce.

Candidi petali

si mostrano

al vento,

sussurri d’incanto,

profumi nell’aria

una libera danza

è un piccolo fiore ?

Grande la forza

nel suo cuore,

nell’aria una dolce

fragranza d’amore.

Tu, piccolo fiore

fiore-bianco

Dispiegami, piccolo fiore,

in questa assenza di vento.

Scuotimi di amore antico,

come portico di cattedrale

abitato da presepi.

Dagli specchi del tempo

i nostri volti appaiati

sorridono.

E sfumano rughe e solchi

nell’alba del tuo giorno,

affiorano tra le dita

non bianchi capelli

ma petali

di fiori nuovi.

Lascia parlare il vento

vento-2

Lascia parlare il vento

che sa sempre cosa dire :

sussurri

scanditi al cielo,

respiro selvaggio

a increspare le onde del mare.

Chi ha ali più lievi?

Gli ho affidato

il mio dolore più greve

per disperderlo

su bianchi cirri.

Lui che sfilaccia,

spesso giocoso

talvolta furioso le nubi,

come puoi tu non tacere,

ascoltando in religioso silenzio

i racconti che ti soffia tra i capelli?

La sua voce è il sospiro di un sogno

prima del risveglio di un drago.

Impressioni di settembre

salento-settembre

Un triangolo di onde argentee

con il vertice a riva

che s’allarga con base l’orizzonte,

mentre un sole pallido ma tenace

riscalda ancora l’acqua.

Mi incanto

mentre mi immergo

nell’ultimo bagno di settembre.

Forse domani pioverà

le nuvole ombreggiano la sabbia.

L’ultimo bagno ha un odore speciale

un sapore di sale e di ricordi

che mi accompagnerà con la sua intensità

nell’ultimo segmento di anno

e di vita.

In ogni onda d’argento ho visto un caro volto

come nelle cornici della mia stanza,

una lacrima furtiva per ognuno,

tanto poi nascondo la faccia nell’acqua.

Riemergo

non c’è confine tra cielo e mare

torno a terra ancora per un po’.

Passeggio sulla sabbia

un po’ assente

spaziando tra la nostalgia delle cose perdute

e le sorprese che ci riserverà l’inverno :

le luci, la neve e le feste.

Il mistero di un’alabarda caduta dal cielo

alabarda-di-san-sergio

La basilica di San Giusto, a Trieste, fu costruita nel primo secolo d.C. sopra un propileo di pietra di Aurisina, un edificio pagano.

Nel Tesoro della Cattedrale, dietro una cancellata in ferro battuto, è conservata l’alabarda di S. Sergio, un oggetto sacro e miracoloso, oltre che stemma della stessa città di Trieste.

San Giusto

Nacque a Trieste e divenne soldato sotto l’impero romano. Uomo di gran cuore gli venne sempre arduo uccidere anche un proprio nemico, figurarsi poi quando gli venne ordinato di far strage dei cristiani! Diocleziano, insospettito da questa strana clemenza da parte di un centurione romano, si adirò e gli pose dinnanzi alcuni dei romani per vedere se li adorasse come si conveniva. Ma Giusto, che aveva avuto modo di conoscere quella povera gente che non uccise, ebbe anche modo di entrare in contatto con la religione cristiana e, trovandola molto giusta, l’abbracciò completamente. Ecco perché rifiutò di inchinarsi di fronte agli idoli pagani. Questo gli costò molto caro perché fu subito arrestato e gettato in fondo al mare con un peso ai piedi. Le corde si sciolsero e il suo corpo fu portato dalle onde fin sulla riva nei pressi di Trieste. Nella stessa notte a un cristiano apparve in sogno proprio San Giusto che gli chiese di dargli sepoltura. Il credente, il mattino dopo, si recò subito nel luogo indicato nel sogno e, trovando il corpo, lo imbalsamò, lo avvolse in un lenzuolo di lino e gli diede finalmente sepoltura.

Alabarda di S.Sergio

                                                                alabarda-02

La leggenda dell’alabarda di San Sergio

Sergio da Roma fu un tribuno militare che apparteneva alla quindicesima Legione Apollinare ma per un periodo si trovò a Trieste dove conobbe il cristianesimo grazie a molti credenti che divennero suoi grandi amici. Come immaginò venne richiamato a Roma, ma, mentre i suoi amici piangevano, lui li rassicurava dicendo che se anche fosse stato condannato a morte, avrebbe comunque positivamente affrontato il suo destino, perché pregando Dio avrebbe fatto accadere un miracolo come dimostrazione che la religione cristiana era l’unica vera fede. Venne processato dal crudele Antioco che nella sua efferatezza lo obbligò ad indossare dei calzoni con i chiodi rivolti all’interno e con essi lo fece correre a lungo. Soffrì molto ma la notte accorse in suo aiuto una schiera di angeli che lo risanò completamente. Antioco furioso decise allora di farla finita e lo condannò a morte il 7 ottobre 303, ma nella piazza cadde dal cielo un’alabarda ancora oggi conservata nella cattedrale.

L’alabarda non arrugginisce mai!

I motivi della caduta di questo oggetto possono essere innumerevoli, sia la coincidenza del caso, che il lancio di un fedele, fatto è che il gesto provocò molte credenze perdurate fino ad oggi.

Tutti i colori in un sorriso

melograno

Osservo la foschia della valle,

la rugiada che imbianca tutto

e il disappunto delle gazze ladre

che gracchiano al primo sole

tra le foglie sempre più gialle.

Lei, dal balcone, mi chiede :

“Che stai facendo?”

E chissà perché mi sorprende,

come un bambino

che ha qualcosa da nascondere …

“Niente! Niente” … rispondo.

“Hai visto i frutti del melograno?

Stanno mutando

nei colori del rosso!” 

Le dico.

Non c’è risposta

ma un bel sorriso…

immenso, dall’alto,

e ho visto tutti i colori

dell’autunno… che verrà.

Una carezza

clown

Cosa nascondono

la tua ironia,

il tuo sarcasmo

il tuo disprezzare

le cose belle?

Cosa ti ha ferito

così tanto

e così profondamente

da costringerti a fingere

di non credere più a nulla?

Vuoto d’amore,

voglia di tenerezza,

come un pagliaccio triste,

eppure per placarti

basterebbe un sorriso

basterebbe una mano

da stringere alla sera,

una carezza.

Qui

orme-su-spiaggia

Noi camminiamo,

lasciamo orme sulla sabbia,

e loro restano lì,

precise, ordinate.

Ma domani ti alzerai

guarderai quella spiaggia

e non ci sarà più nulla,

un’orma, un segno qualsiasi, niente.

Il mare cancella.

La marea nasconde.

E’ come se non fosse mai passato nessuno.

E’ come se noi non fossimo esistiti.

Se c’è un luogo, al mondo,

in cui puoi pensare di essere nulla,

è qui.

Non è più terra,

non è ancora mare.

Non è vita falsa,

non è vita vera.

E’ tempo.

Tempo che passa.